Race Report, World Triathlon Series Abu Dhabi

Gara bagnata, gara fortunata? Non per me lo scorso weekend negli Emirati.

Gara “test” dopo un lungo periodo di allenamenti, per verificare quale fosse il mio stato attuale di fitness e di preparazione. Le sensazioni che avevo avuto nell’ultimo periodo erano molto buone e non mi ero mai sentita così bene in questo momento dell’anno, non ancora al 100%, ma nettamente più performante degli scorsi anni.

Un percorso unico, adrenalinico, curve e rilanci ogni dozzina di secondi, salite e discese.. tutto sotto controllo, avevo eseguito un lavoro mirato in Nuova Zelanda perché mi aiutasse a creare fiducia nel mezzo e rafforzare le mie abilità ciclistiche. Ero tranquilla, sapevo che l’aspetto tecnico era stato acquisito negli ultimi mesi.

Nuoto, partenza dal pontone, lancio lungo ( più di 300 mt prima della prima boa). Sono pronta anche per questo.

Ultima frazione: muscolare, perfetta.

Diciamo che a priori si prospettava una delle gare che più si addicevano al mio livello di preparazione.

Il meteo ha deciso di rendere le cose molto più complicate, e per tutta la mattinata pioggia e vento non davano tregua, mantenendo le strade ricoperte da una patina scivolosa dovuta alla salsedine e alla sabbia.

“Fa niente, è la stessa condizione per tutte” continuavo a ripetermi.

Eseguo la mia classica routine pre gara, step-by-step, il mio classico riscaldamento.

Un buon posto sul pontone, ultimi respiri a fondo…ci siamo.

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Ultimo sguardo alle boe, poi testa giu in attesa del “via”.

“On your mark….”

Partite. I primi 200 metri passano velocissimi e mi trovo in una buonissima posizione, giusto mezza frazione di secondo dopo aver pensato di essermi tirata fuori dalla mischia e l’inferno di botte aveva cominciato a trascinarmi sempre più indietro nel gruppo.

Esco dall’acqua con l’ultimo gruppo di ragazze, ma c’era ancora possibilità di rimediare, insieme fullsizeoutput_12eba me c’erano ottime cicliste con il quale avrei potuto collaborare per rientrare in gara.

Forse l’inesperienza, forse la titubanza di cadere per la foga di “rientrare”, ho scelto una posizione nel gruppo sbagliata: una caduta davanti a me, miracolosamente schivata e un paio di curve seguendo un’atleta completamente irrigidita, che lasciava metri su metri ad ogni svolta, mi sono ritrovata a finire i 20 km praticamente in crono, lasciando ogni speranza di ottenere un buon piazzamento finale.

Ho voluto comunque portare al termine la gara dando tutto quello che avevo; anche a piedi dopo i primi 8-900 metri le gambe iniziavano a girare.

Dopo la forte delusione di un 33esimo posto, che di per se si rivela un risultato mediocre e per molti probabilmente il riflesso della qualità (povera) degli allenamenti degli ultimi tre mesi, per me invece è un punto di partenza che mi lascia molta fiducia e molta voglia di lavorare sodo. Certo, essere stata li davanti a cogliere l’opportunità sarebbe stato davvero un sogno che si avvera o un bel colpo di fortuna, ma voglio che i miei futuri risultati siano frutto della “fortuna” che mi sono costruita giorno dopo giorno, allenandomi e migliorandomi fisicamente e mentalmente.

Tempo di lavorare sodo e godersi ogni parte del processo verso il successo.

Prossimo appuntamento: Coppa Europa a Quarteira (POR)

Pubblicato da

Ilaria Zane

Triathleta di mestiere. Faccio della Nutrizione la mia filosofia di vita. perche per avere "mens sana in corpore sano" serve il giusto carburante

1 commento su “Race Report, World Triathlon Series Abu Dhabi”

  1. Ogni esperienza nel corso della vita ( anche sportiva ) è di per sé un ulteriore mattoncino che ci aiuta a crescere e a consolidare ciò che siamo e ciò che vogliamo diventare. Una ovvietà forse, ma non tenerne conto sarebbe un errore imperdonabile.

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